Nel post precedente Ipertesti per apprendere è stato fatto il confronto tra ipertesti e metodi tradizionali per la didattica. Vediamo più in dettaglio quali possono essere i vantaggi degli ipertesti.
La struttura ipertestuale offre la possibilità di compiere un numero praticamente illimitato di “percorsi“. La “navigazione“ può essere guidata totalmente o in parte dall’insegnante, ma, soprattutto, gli stessi studenti possono crearsi i propri percorsi.
Ad esempio, uno studente può individuare un proprio percorso personale sulla base delle proprie conoscenze, oppure può porsi particolari domande a mano mano che elabora le informazioni, oppure può decidere di approfondire una certa direzione che ritiene più importante al completamento delle proprie conoscenze.
Il processo formativo quindi diventa, man mano, un processo autoformativo. Questo processo attivo di auto-organizzazione è stimolato e facilitato proprio dalla natura dell’ipertesto.
L’attività non è limitata alla fase ricettiva, ma può prevedere una serie di attività “produttive” da parte dello studente. Ad esempio, l’alunno potrebbe estrarre i pezzi considerati più interessanti, legarli insieme annotandoli, definire un proprio percorso, o addirittura creare una propria struttura di riferimento sulla stessa base, un proprio ipertesto.
Si possono anche usare i materiali così elaborati dagli studenti come efficaci strumenti di valutazione dei progressi compiuti.
Un approccio di questo tipo porta importanti vantaggi. Il materiale è modulabile e adattabile alle varie esigenze individuali. I livelli e i ritmi del processo di apprendimento sono autoregolabili, migliorando il processo di comprensione e assimilazione. L’utente “naviga” ed “esplora” attivamente, anziché venir semplicemente “riempito”.
Tutto ciò contribuisce, inoltre, a mantenere un alto livello di motivazione, “ricompensando”, in un certo senso, lo studente ad ogni passo.
Un esempio di ipertesto è il libro Pianeta Acqua.
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