La coltre di neve che d’inverno copre il paesaggio ha funzioni molto importanti.
Sui monti forma delle vere e proprie riserve di acqua che a primavera sarà restituita alla pianura gradatamente.
Se l’inverno è abbastanza freddo, la neve può accumularsi e trasformarsi in ghiaccio formando veri e propri ghiacciai.
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Nel fusto delle piante grasse si accumulano grandi riserve d’acqua: possono esserci fino a 5.000 litri d’acqua in un cactus gigante!
Quest’acqua evapora solo in minima parte; infatti è trattenuta con forza dalle mucillagini di cui sono piene le cellule. Inoltre la cuticola che riveste la pianta è molto spessa e non permette l’evaporazione.
La densità dell’acqua è circa 800 volte maggiore di quella dell’aria: ciò fa sì che molti organismi acquatici possano usufruire di un “sostegno” da parte dell’acqua, una vera propria spinta al galleggiamento.
D’altra parte, la densità dell’acqua offre una grande resistenza al movimento: è quella che si prova, ad esempio, quando si cammina con i piedi immersi nell’acqua lungo la spiaggia.
Le piante e gli animali che vivono sulle terre emerse, fuori dall’acqua, sono esposti all’aria e al sole e sono soggetti ad una continua perdita di acqua per evaporazione. Hanno perciò degli speciali adattamenti per evitare il rischio di disidratazione.
Tutti gli organismi viventi hanno un’assoluta necessità di acqua, tanto che essi devono mantenere entro limiti ristretti il proprio patrimonio idrico. Questo significa che gli apporti e le perdite di acqua devono essere sempre bilanciati.
La rottura dell’equilibrio tra entrate e uscite provoca alterazioni più o meno gravi; gli esseri viventi non tollerano in genere una perdita di acqua del 20% e presentano già gravissimi disturbi quando raggiunge il 10%. Anche l’introduzione di acqua in eccesso può provocare disturbi, che in casi estremi risultano mortali.